Costi di esercizio dell’impresa di trasporto merci per conto di terzi: pubblicati i valori indicativi di riferimento. Una riflessione di Francesco Ferrara e Benedetto Fratello

di Francesco Ferrara e Benedetto Fratello

Lo scorso venerdì 27 novembre sono stati pubblicati sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa italiana di trasporto merci per conto di terzi, ai sensi dell’art. 1, co. 250, L. 190/2014 (decreto direttoriale n. 206 del 27.11.2020; tabelle recanti i valori orientativi dei costi di esercizio; nota esplicativa sulla impostazione metodologica delle tabelle medesime).

Il Ministero conferma la natura “non cogente” dei valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio, in linea con l’attuale regime di libertà nella determinazione del corrispettivo del trasporto – pur tenendo conto dei principi di adeguatezza in materia di sicurezza stradale e sociale – in seguito all’abrogazione, dal 1° gennaio 2015 (art. 1, co. 248, L. 190/2014), del regime vincolante dei “costi minimi” di cui all’art. 83-bis d.l. 112/2008 conv. 133/2008.

Alla pubblicazione del detto decreto e delle tabelle dei costi indicativi si giunge dopo oltre cinque anni di confronto tra il Ministero dei Trasporti e l’Autorità Antitrust – pure nella cornice delle intervenute pronunce della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Corte Costituzionale in materia di “costi minimi” – all’esito del quale è stato condiviso un regime di rilevazione e utilizzo di valori di riferimento dei costi di esercizio basati su di un sistema di forcelle il più ampio possibile tra valore minimo e valore massimo. Si è quindi evitata l’individuazione di valori dettagliati per ogni singola voce di costo medio, provvedendo invece ad aggregare le singole voci di costo omogenee.

Il decreto del MIT, infine, fa riserva – ove necessario – di procedere con eventuali aggiornamenti dei valori dei costi allegati al decreto stesso.